Il veronese si conferma sul podio nella specialità che lo vide trionfare a Rio, a distanza di cinque anni e nonostante i cambiamenti della stessa. Titolo al britannico Walls, argento per il neozelandese Stewart
Il ciclismo su pista azzurro regala un’altra medaglia allo sport italiano alle Olimpiadi di Tokyo e lo fa con il portabandiera alla cerimonia di apertura, Elia Viviani, nell’Omnium. L’atleta veronese sale sul podio olimpico di questa disciplina a distanza di cinque anni. Non era scontato, dopo il trionfo di Rio, perché il tempo passa per tutti e soprattutto perché la disciplina ha subito una trasformazione sostanziale: da sei a quattro prove, con una prevalenza per l’endurance.
Elia nella corsa a punti finale estrae dal cilindro una prestazione sublime, che conferma il suo grande talento. Recupera oltre venti punti di distacco dal podio, lotta con determinazione e fino all’ultimo per un argento per poi mettersi al collo un bronzo per certi versi insperato dopo la prima delle quattro prove. Il titolo olimpico va al britannico Matthew Walls (153), sicuramente il migliore di oggi, in grado di terminare ai primi posti in tutte e quattro le prove che compongono l’Omnium. Alle sue spalle il neozelandese Campbell Stewart, che “soffia” l’argento all’azzurro nei giri finali e chiude con 129 punti, contro i 124 di Elia.
“Dopo lo scratch mi sono subito ripreso con l’eliminazione – ha dichiarato ai microfoni RAI -. L’ho usata per reagire e per divertirmi. Sono salito sulla pista nell’ultima gara con la voglia di prendere una medaglia. So che era dura, ma alla fine sono dispiaciuto di aver perso l’argento all’ultimo giro. Le energie erano al lumicino, per tenere l’argento dovevo vincere l’ultimo sprint però avevo dato tutto prima. Guardando com’era partita la giornata abbiamo solo di che esultare, dopo un oro a Rio arriva questo bronzo che poteva essere argento… Se mi avessero detto prima delle Olimpiadi che avrei preso un bronzo avrei firmato subito. Partito male ma finito bene. Le motivazioni sono ancora più alte per sabato.”
LA GARA – Lo scratch iniziale non regala emozioni al pubblico italiano. Elia resta coperto mentre vanno in fuga Walls, Thomas, van Schip, Zakharov e Larsen. Non brilla neanche nella volata finale e chiude al 13° posto.
La seconda prova va un po’ meglio, ma sembre lontano dagli standard propri. Vince van Schip, davanti a Thomas e Walls. Elia fa parte della fuga che guadagna il giro ma non raccoglie punti. Chiude ottavo.
Nell’eliminazione arriva il colpo del grande campione. Viviani controlla la gara sin dai primi colpi di pedale. Evita di restare imbottigliato nel gruppo fino a quando questo non si sfoltisce. Poi controlla tranquillamente Walls e vince la prova. Il primo posto gli permette di risalire posizioni nella generale, fino al sesto: con 82 punti si presenta alla corsa a punti finale lontano 26 punti dalla vetta (il britannico Walls, con 114 pt) e 18 dal terzo, occupato del favorito Thomas.
La corsa a punti finale è il capolavoro di Viviani. Il britannico Walls mette subito un’ipoteca sull’oro guadagnando un giro. Elia entra in azione a metà gara. Va a caccia da solo, inseguito dal tedesco Kluge e dal bielorusso Karaliok. Ha l’intelligenza di attenderli. Insieme portano a casa i 20 punti del giro e, nel caso dell’azzurro, anche 10 per i due sprint vinti durante la caccia. Sale al secondo posto, a pari merito con il francese Thomas. Elia controlla il francese ed anche l’olandese van Schip; vince anche un altro sprint, ma nulla può contro l’attacco finale del neozelandese Stewart, che gli sfila l’argento per una manciata di punti.
LA DICHIARAZIONI IN MIXED ZONE – “Questa medaglia vuol dire tanto, anche per la reazione che ho avuto durante tutta la gara. Con lo scratch sono partito veramente male. Avevo qualcosa che non andava. Non avevo gambe per seguire l’attacco giusto, né la testa per sprintare nel finale. L’eliminazione è stata la svolta; ho trovato la determinazione e l’entusiasmo e la fiducia in me. Mi dispiace aver perso l’argento ma nel complesso il bronzo è veramente un grande risultato, visto come si erano messe le cose.
All’inizio ho avuto come un blocco mentale: non era facile dopo l’oro di Rio e forse ho pagato essere qui 15 giorni. Poi Marco Villa e Roberto Amadio mi hanno fatto notare che le gambe andavano, anche nelle prime due prove. Per fortuna che con l’eliminazione mi sono ritrovato.
Sono stati due anni difficili, pieni di difficoltà, con problemi vari e risultati che non arrivavano. Mi auguro che questo bronzo sia il punto di partenza per un nuovo inizio.”
Quanto ti ha ispirato l’oro di ieri del quartetto? “Questo è un gruppo fantastico, in cui mi ritrovo alla perfezione. Ho ricoperto il ruolo di capitano con piacere, anche se alla lunga mi è pesato. Il successo di ieri mi ha caricato, nonostante ieri sera abbia dovuto cambiare camera per dormire un po’. Adesso guardiamo avanti. Sono convinto che io e Simone possiamo fare una bella gara (madison, ndr).”
MARCO VILLA – «Elia è partito male ed era bloccato, non lo riconoscevo. Dopo la prima prova gli ho parlato mentre era sui rulli. Non so se le mie parole sono servite, ma già alla seconda gara era diverso.
Cosa gli ho detto in quei minuti? Di divertirsi, non lo vedevo spensierato. Nell’eliminazione poi ho rivisto il solito Elia, si divertiva ed aveva una bella gamba. Ad un certo punto mi sono accorto del marcamento tra i rivali ed abbiamo segnalato di attaccare per guadagnare il giro. Certo nel finale poteva essere argento, c’è un pizzico di rammarico, ma siamo fiduciosi anche per l’americana di sabato perchè Elia sta bene e Simone Consonni si è sbloccato».
Villa conclude svelando lo stato d’animo degli azzurri in questi giorni di successi: «Teniamo un profilo basso. Siamo sempre stati sereni e convinti dei nostri mezzi e lo abbiamo dimostrato. Abbiamo un gruppo che sa gestire queste situazioni».
LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DAGNONI – “Quella di Elia è una medaglia importantissima perché tornare sul podio dopo cinque anni è un risultato eccezionale ottenuto da un atleta che è un grande professionista e un esempio da seguire. Medaglia ancora più bella perché giunta al termine di una gara sofferta con un inizio in sordina e poi un grande crescendo. Questo ha lasciato buone sensazioni anche per la madison. E’ stata una grande soddisfazione per tutto il clan azzurro e uno stimolo per tutti: ben venga questo clima.”
ELISA BALSAMO E LETIZIA PATERNOSTER NELL’AMERICANA – Domani il programma della pista prevede l’assegnazione di due titoli, Velocità Uomini (nessun azzurro in gara) e Americana femminile. Nella giornata di oggi Edoardo Salvoldi ha sciolto le ultime riserve e reso noti i nomi delle due azzurre che scenderanno in pista alle ore 10,15 in Italia, Elisa Balsamo (23 anni) e Letizia Paternoster (22). Si ricompone quindi a Tokyo il binomio già medaglia di bronzo ai Mondiali di Berlino, nel febbraio del 2020, pochi giorni prima del lockdown che ha poi fermato l’attività sportiva (e non solo) per quasi un anno.